La
“polka a chinén” non è il solito ballo che colpisce, entusiasma e
sconvolge gli animi e che ti tiene sulle spine per il precario
equilibrio dei ballerini. La polka chinata è molto di piu’: è storia,
passione, tradizione e cultura tipicamente petroniana. La “polka a
chinén” è SOLO bolognese è non vi è
nulla di similare in nessuna altra regione del mondo. Nonostante questa
danza appaia molto giuliva e spensierata, nella realtà dei fatti nasce
in un contesto sociale (inizi del ‘900) in cui c’era poco da stare
allegri anzi ... Essa trae forza, ed è una “reazione di orgoglio” per
contrastare gli avvenimenti nefasti che hanno caratterizzato la città di
Bologna: i due conflitti mondiali, la ricostruzione dopo i
bombardamenti, la fame , la miseria, la disperazione, i lutti della
guerra, la mancata emancipazione femminile giunta solo successivamente
... La “polka chinata” rappresenta il riscatto, la voglia di rinascere e
di divertirsi tipica del petroniano d.o.c.. Addirittura era un modo per
pavoneggiare sperando di attirare l’attenzione delle donne, in questo
senso la polka chinata è un ballo eseguito tra soli uomini per
corteggiare le donne dimostrando loro quanto fossero virili, atletici ed
anche un po’ piacioni!
A metà del secolo scorso la “polka a chinén” era oggetto di sfide giudicate oggi impossibili: si ballava tra uomini sotto i portici del centro storico con una determinazione tale che non era necessario un grosso accompagnamento musicale, bastava solo un organetto o una fisarmonica.
A metà del secolo scorso la “polka a chinén” era oggetto di sfide giudicate oggi impossibili: si ballava tra uomini sotto i portici del centro storico con una determinazione tale che non era necessario un grosso accompagnamento musicale, bastava solo un organetto o una fisarmonica.
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